Le zecche: conoscerle è fondamentale per proteggere al meglio i nostri cani e gatti (e noi stessi)

Le zecche: conoscerle è fondamentale per proteggere al meglio i nostri cani e gatti (e noi stessi)

Conoscere il comportamento biologico delle zecche, la loro modalità di trasmissione di patogeni e le caratteristiche dei presidi antiparassitari disponibili permette di proteggere al meglio cane e gatto dalle malattie da loro trasmesse. 

Per proteggere i nostri cani dalle zecche e dalle malattie da loro trasmesse è molto importante conoscerne gli aspetti biologici, l’azione patogena (diretta e indiretta) ma anche le caratteristiche dei presidi farmacologici ad azione ectoparassiticida.

 

Le zecche, un pericolo tutto l’anno

 

Le zecche vengono spesse assimilate alle pulci ma questi 2 tipi di parassiti differiscono notevolmente e sono accomunati solo dal fatto di essere “parassiti primari ematofagi e vettori di altre patologie”.

Le zecche infatti non sono insetti ma aracnidi (dotati di 4 paia di zampe, tranne che allo stadio larvale) ematofagi e le loro dimensioni, a seconda dello stadio biologico e della specie, variano da qualche millimetro a pochi centimetri (quanto una nocciola) nel caso delle femmine adulte ingorgate di sangue.

Dopo l’accoppiamento, che avviene quasi sempre sull’animale, la femmina si stacca per deporre le uova sul terreno (circa 3.000 uova nelle 24 ore) e quindi morire. Dall’uovo, in media dopo due settimane, fuoriesce una larva che, per poter effettuare la muta e passare agli stadi successivi (ninfa e adulto), deve necessariamente effettuare un pasto di sangue. 

La maggior parte delle zecche vive in ambienti in cui vi sono condizioni climatiche ottimali e ospiti da parassitare. La temperatura è il fattore che maggiormente influenza la loro presenza, e la loro attività si concentra dunque nei mesi più caldi, pur non arrestandosi anche nei mesi freddi, con due tipici picchi uno primaverile e uno autunnale.

Nonostante i proprietari di cani pensino che la presenza delle zecche sia stagionale, il rischio per questi parassiti rimane comunque presente tutto l’anno. 

A conferma della non stagionalità delle zecche, un recente survey, che ha coinvolto 64 Province italiane e 153 strutture veterinarie ha evidenziato come il 45,7% dei cani che afferiscono agli ambulatori veterinari siano infestati da zecche e alcune specie, come Ixodes ricinus, siano presenti e attive tutto l’anno anche nelle Regioni del Nord Italia. 

La “zecca dei boschi”, Ixodes ricinus, vive in ambienti ricchi di vegetazione ed è vettore di importanti malattie degli animali (Ehrlichiosi, Anaplasmosi) e dell’uomo (Borreliosi di Lyme).

Di solito le infestazioni da I. ricinus riguardano cani e gatti che frequentano quindi aree boschive o comunque ricche di vegetazione. Si tratta infatti di una zecca “da attesa”: che rimane nascosta nell’erba e tra le piante, in attesa di salire e attaccare l’ospite.

La “zecca tipica del cane”, Rhipicephalus sanguineus, può vivere invece nei pressi delle abitazioni (specialmente nelle crepe e nelle fessure dei pavimenti), in climi anche asciutti o aridi, nelle cucce o nelle gabbie degli animali sopravvivendo anche per mesi senza nutrirsi e a basse temperature; motivo per il quale può essere presente tutto l’anno.

Questa zecca insegue attivamente l’ospite e tende ad aggredirlo sugli arti, difatti è di comune ritrovamento soprattutto a livello degli spazi interdigitali.

In alcuni ambienti, come i canili, questa zecca può essere presente con densità elevate causando vere e proprie infestazioni massive con rischio di gravissime anemie.

È bene ricordare che nel cane e nel gatto ma anche nell’uomo la zecca o mentre aggredisce l’ospite e compie il pasto di sangue non induce nessuna sensazione di fastidio e pertanto può svolgere la sua azione passando completamente inosservata.

Anche R. sanguineus ha rilevanza sanitaria sia perché diffusa su tutto il territorio italiano, in particolar modo gli ambienti antropizzati e urbanizzati, sia perché vettore di malattie come Babesiosi o Rickettsiosi.

Ixodes hexagonus è meno frequente delle precedenti sebbene sia diffusa in tutto il territorio italiano. I ricci ne sono spesso infestati e, frequentando orti o giardini, possono disperdere queste zecche favorendo l’infestazione di cani e gatti. 

 

Azione patogena

 

La principale azione patogena diretta delle zecche è l’ematofagia. Il pasto di sangue può essere suddiviso in due fasi: una lenta e una rapida.

La prima dura circa 24 ore, durante la quale la zecca organizza gli organi per il pasto e assume quantità ridotte di sangue. Nella seconda fase, quella rapida, avviene la parte più consistente della suzione di sangue e anche il rigurgito.

Le zecche trattengono infatti la parte corpuscolata del sangue e rigurgitano la parte liquida nel sangue dell’ospite per poter continuare il pasto. Nel caso in cui la zecca sia infetta, il rigurgito comporta la trasmissione di agenti patogeni, nel cane (Ehrlichia, Anaplasma, Babesia) ma anche nell’uomo che sia parassitato da una zecca (Rickettsiosi, Malattia di Lyme).

Alcune specie, come R. sanguineus e I. Ricinus, sono caratterizzate dal fenomeno del “co-feeding”, ovvero l’aggregazione di molte zecche, spesso di differente stadio biologico, in un’unica regione anatomica dell’ospite per compiere il pasto di sangue in una vera e propria “pozza”.

Per le zecche, il “co-feeding” facilita la suzione di sangue (sia fase lenta sia rapida) e può ridurre la fase lenta  fino ad 8 ore, riducendo quindi il lasso di tempo necessario alla zecca per trasmettere patogeni.

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Fig. 1 - zecca femmina adulta ingorgata di sangue dopo il pasto.

Le caratteristiche dei farmaci ectoparassiticidi

 

Le principali caratteristiche dei farmaci antiparassitari da considerare nella loro scelta sono: azione (locale o sistemica), spettro, effetto anti-feeding (capacità di impedire il morso), speed of kill (tempo necessario per uccidere gli ectoparassiti che sono saliti sull’ospite), onset of activity (tempo tra somministrazione e inizio dell’effetto sugli ectoparassiti già presenti sull’animale) ed effetto residuale (durata dell’effetto).

I farmaci antiparassitari ad azione locale (in formulazione spot on, collari e spray) annoverano tra i vantaggi quello di non interagire con altri farmaci assunti dall’animale e la possibilità di agire per contatto. Tra gli svantaggi, bisogna invece considerare la possibile copertura incompleta di alcune aree corporee dell’animale, come le zampe, e il fatto che bagni e lavaggi diminuiscono la loro efficacia.

I farmaci antiparassitari ad azione sistemica (in formulazione spot on o per os) consentono invece una copertura di tutte le aree corporee dell’animale e permangono efficaci nonostante lavaggi intensi o bagni; tuttavia, vi è la possibilità che interagiscano con altri farmaci.

Per quanto concerne le zecche il farmaco ideale è quello in grado di determinare la morte della zecca entro 8 ore dal momento in cui abbia iniziato il pasto di sangue bloccando quindi virtualmente la possibile trasmissione di patogeni che avviene, come detto, con il rigurgito della zecca stessa.


Come proteggere al meglio noi ed i nostri amici animali ?

Ecco alcuni utili consigli 

Cane/Gatto

  • Utilizzare un farmaco attivo nei confronti delle zecche 12 mesi l’anno
  • Ispezionare cute e mantello dopo ogni passeggiata soprattutto a livello di spazi interdigitali ascelle, collo, testa (zone peri auricolari)
  • Nel caso si trovasse una zecca con una pinza sottile o con le dita (mano provvista di guanto) afferrarla il più vicino possibile alla cute (vicino al rostro) e staccarla con delicata trazione avendo cura di non schiacciarla. L’eventuale permanenza del rostro nel derma non costituisce un problema potendo causare solo una reazione locale a risoluzione spontanea
  • Evitare assolutamente di cospargere la zecca con sostanze (alcool, olio) o farmaci antiparassitari prima di asportarla perché ciò favorisce il rigurgito agonico della zecca stessa e l’immediata trasmissione di patogeni
  • Dopo aver rimosso la zecca conservarla in una piccola provetta contenente alcool non denaturato 95° (alcool ad uso alimentare) perché, in caso di comparsa di sintomi ciò rende possibile la ricerca di eventuali patogeni responsabili direttamente sulla zecca stessa

 

Uomo

  • Utilizzare stivali o scarpe che coprano caviglie e parte della gamba durante le passeggiate negli ambienti boschivi, specie se frequentati da ungulati selvatici (cervi e caprioli) per il rischio potenziale di trasmissione di malattia di Lyme
  • Ispezionare tutta la superficie corporea durante la doccia (ricordiamo che il morso della zecca non induce prurito o dolore) al termine della passeggiata e nel caso si reperisca una zecca rimuoverla con le modalità descritte nel cane, avendo cura di conservarla e avvisando successivamente il Medico o rivolgendosi a un reparto Ospedaliero per la cura delle Malattie infettive
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Fig. 2 - con una pinza sottile o con le dita (mano provvista di guanto) afferre la zecca il più vicino possibile alla cute (vicino al rostro) e staccarla con delicata trazione avendo cura di non schiacciarla.

 

L'immagine in Fig. 1 è gentilmente concessa dall'Autore.



“DVM, Specialista in Clinica dei Piccoli Animali, Diplomato EVPC, EBVS® - European Veterinary Specialist in Parasitology”.
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