LIPIDOSI EPATICA NEL GATTO

LIPIDOSI EPATICA NEL GATTO
La lipidosi rappresenta la più comune patologia epatica del gatto ed è caratterizzata da un eccessivo accumulo di trigliceridi nel fegato, con conseguente disfunzione dell’organo.

I gatti sono particolarmente predisposti nell’accumulare trigliceridi a livello epatico e il sovrappeso e l’obesità rappresentano un importante fattore di rischio.

Tenere sotto controllo il peso del proprio gatto e fornire un’alimentazione sana e equilibrata può prevenire la lipidosi epatica.

La lipidosi può essere primaria, cioè insorgere spontaneamente, senza una precisa causa evidenziabile (forma idiopatica), o secondaria ad altre patologie che causano anoressia e repentina perdita di peso.

Il digiuno secondario a varie condizioni, patologiche o non patologiche, come ad esempio il rifiuto di un nuovo alimento non appetibile, porta ad un aumento della mobilizzazione dei grassi di deposito e ad un aumento del lavoro metabolico del fegato.

In condizioni di normalità, il fegato ha il compito di sintetizzare grassi, quali trigliceridi, colesterolo, lipoproteine e fosfolipidi e metabolizzare i grassi (acidi grassi) presenti nell’organismo (depositi corporei).

In un fegato sano, la componente di grasso neutro rappresenta all’incirca il 5% della massa, mentre in corso di lipidosi, il fegato, a causa dell’accumulo di lipidi, può arrivare a raddoppiare o triplicare il proprio peso.

L’accumulo lipidico si verifica nel momento in cui la sintesi o il deposito epatico diventano nettamente superiori rispetto alla capacità di utilizzo.

I fattori che caratterizzano e predispongono questa condizione patologica sono molteplici:

  • La sovra-nutrizione, in particolare di carboidrati, aumenta in generale l’accumulo lipidico.
  • L’obesità è un fattore predisponente, importantissimo per lo sviluppo della lipidosi epatica. Nel gatto obeso disappetente, il massivo rilascio di acidi grassi dai tessuti di deposito, mette a dura prova la capacità epatica di utilizzo e smaltimento degli stessi. 
  • Per lo smaltimento e la dispersione dei lipidi risulta fondamentale la costituzione di very low densiy lipoproteins (VLDL). La compromissione della capacità epatica alla formazione di VLDL (che richiede una disponibilità energetica che è carente in corso di lipidosi) determina ulteriormente un notevole accumulo di trigliceridi.
  • L’interazione degli acidi grassi con la L-carnitina risulta fondamentale per il trasporto degli acidi grassi all’interno dei mitocondri, affinché avvengano le beta ossidazioni (ossia le reazioni di utilizzo energetico dei lipidi).  I gatti con lipidosi epatica vanno frequentemente in contro a carenza di carnitina. 
  • la carenza di vitamina B12 (cobalamina) è estremamente comune in corso di lipidosi. 
La lipidosi epatica risulta solitamente reversibile se curata adeguatamente, ma se non viene trattata, può risultare estremamente grave e a volte portare a morte l’animale. Non bisogna pertanto sottovalutare periodi prolungati di digiuno. Soprattutto se il gatto è in sovrappeso, e non si alimenta da qualche giorno, è opportuno consultare rapidamente il proprio veterinario curante.

SINTOMI

I sintomi che generalmente sono più rappresentativi in corso di lipidosi epatica sono il vomito, l’abbattimento, l’anoressia e la perdita di peso repentina. Un altro segno clinico molto importante e spesso presente, è l’ittero, ossia il colore giallo di cute e mucose.

I gatti affetti da lipidosi epatica sono spesso molto deboli e possono anche manifestare ventroflessione del collo o decubito permanente. In alcuni casi si possono evidenziare segni di encefalopatia epatica, ossia una sintomatologia neurologica secondaria ad un’autointossicazione dell’organismo. A volte l’encefalopatia epatica si può manifestare con ipersalivazione.

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Foto 1: gatto con lipidosi epatica ed ittero. Si noti il colore giallastro delle mucose.

Nella maggior parte dei gatti con lipidosi epatica è presente una patologia sottostante. Fra le problematiche concomitanti più comunemente associate a lipidosi si possono avere altre malattie epatiche (es. colangiti), pancreatiti, malattie gastrointestinali (caratterizzate da vomito e diarrea), tumori o diabete mellito.

Se avete un gatto sovrappeso e doveste notare anche solo uno di questi sintomi, il consiglio è di farlo visitare subito da un veterinario che dopo una visita accurata ed una particolare attenzione alla storia clinica e all’insorgenza della sintomatologia, per fare la diagnosi e valutare la gravità della patologia, potrebbe dover eseguire alcuni esami di laboratorio e strumentali.


Esami del sangue: esame emocromocitometrico completo, profilo biochimico generale: Generalmente si riscontra iperbilirubinemia, aumento degli enzimi epatici, in particolare aumento di alanina aminotransferasi (ALT), aspartato aminotransferasi (AST), fosfatasi alcalina sierica ( SAP). La gammaglutamyl transferasi (GGT) risulta spesso normale (a meno che non vi sia una concomitante colangite). Altre alterazioni comunemente riscontrate sono rappresentate da ipopotassemia, diminuzione della BUN, ipofosfatemia, a volte ipoalbuminemia e ipocalcemia (soprattutto nei casi con concomitante pancreatite).

Test di coagulazione: Si può osservare un aumento dei tempi di coagulazione poiché il fegato è coinvolto nella sintesi di elementi che promuovono i processi coagulativi; in particolare, in corso di lipidosi epatica, è frequente la carenza di vitamina K, una vitamina fondamentale per l’attivazione dei fattori della coagulazione.

Radiografie: All’esame radiografico si può osservare epatomegalia (aumento di volume del fegato).

Ecografia: All’esame ecografico si può rivelare un fegato alterato (iperecogeno) e la presenza di patologie intercorrenti (ad esempio una concomitante pancreatite, colangite o neoplasia).

Ago aspirato epatico: L’ago aspirato è una procedura poco invasiva che può dare informazioni utili sulla presenza di accumulo di grasso nelle cellule del fegato (epatociti) ed escludere eventuali patologie tumorali sottostanti.

Biopsia epatica: La biopsia epatica è raccomandata nei gatti che non rispondono al trattamento iniziale o nel caso in cui le biopsie siano indicata anche per indagare altri organi alterati.

Una volta fatta diagnosi è importante iniziare il prima possibile la terapia per la patologia sottostante e per il conseguente stato di lipidosi epatica.

 

TERAPIA

La lipidosi epatica è un processo spesso reversibile e negli ultimi anni la prognosi è notevolmente migliorata grazie all’utilizzo di un corretto supporto nutrizionale.

Solitamente i gatti con lipidosi epatica e grave malessere necessitano  inizialmente di terapie ospedaliere e quindi di essere ricoverati per ricevere le cure più appropriate.

Infatti molto spesso i pazienti gravemente malati sono abbattuti ed anoressici e necessitano di fluidoterapia endovenosa, che permette di integrare i liquidi e gli elettroliti carenti, ed alimentazione assistita per la quale il veterinario potrebbe dover applicare un sondino nasoesofageo o esogfagostomico (Figura 2) che permette la somministrazione di un’alimentazione adeguata. 

L’alimentazione in quantità adeguata rappresenta infatti il principio terapeutico più importante e senza l’utilizzo di sondini spesso risulta molto difficile fornire quantità adeguate di alimento durante questa delicata condizione patologica. 

In casi meno gravi la fluidoterapia può essere effettuata per via sottocutanea e la gestione potrebbe essere di tipo ambulatoriale.

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Figura 2: gatto con lipidosi epatica che viene regolarmente alimentato con sondino esofagostomico

Il veterinario potrà inoltre prescrivere ulteriori farmaci od integratori come per esempio antiemetici, complesso vitaminico B, cobalamina, vitamina K, L-carnitina ed antiossidanti.

La prognosi della lipidosi epatica dipende molto dalla patologia sottostante e dalla tempestività di intervento terapeutico.




In collaborazione con la Dr.ssa Elena Zanato

“DVM, Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine - Animali da compagnia, Endocrinologia non riproduttiva, medicina interna e terapia (Malattie Metaboliche).”
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