L’ACROMEGALIA NEL GATTO

L’ACROMEGALIA NEL GATTO

L’acromegalia è una malattia causata da un aumento nella produzione dell’ormone della crescita (GH): quest’ultimo viene normalmente prodotto da una ghiandola situata alla base del cervello, l’ipofisi, permettendo la normale crescita dei vari tessuti fino al raggiungimento dell’età adulta.

Nei gatti affetti da acromegalia, il GH viene ad essere prodotto in quantità eccessive durante la fase adulta, causando varie alterazioni fisiche e predisponendo allo sviluppo di diverse problematiche, tra cui una condizione di diabete mellito, spesso di difficile controllo.

Negli ultimi anni diversi studi hanno dimostrato come l’acromegalia risulti essere più frequente di quello che si credeva in passato: viene infatti stimato che circa il 10-20% dei gatti diabetici sia affetto da questa malattia.

 

LE CAUSE DI ACROMEGALIA

L’eccessiva produzione di GH è dovuta, nella maggior parte dei casi, ad un tumore con comportamento benigno (adenoma) della ghiandola ipofisi.

In situazioni più rare la causa scatenante può anche essere un’iperplasia ipofisaria; questa seconda condizione è difficilmente individuabile dalle comuni tecniche diagnostiche e, pertanto, difficilmente diagnosticabile. In rari casi la malattia può essere data da un tumore con comportamento maligno (carcinoma) dell’ipofisi.

 

SEGNI CLINICI

La maggior parte dei gatti con acromegalia presenta gli stessi segni clinici del diabete mellito.

Si tratta di gatti adulti o anziani, più frequentemente di sesso maschile e sovrappeso, in cui spesso la diagnosi di diabete è già stata effettuata dal Medico Veterinario, in cui spesso la terapia insulinica risulta di difficile gestione.

Frequentemente i gatti con acromegalia richiedono dosi insuliniche molto elevate;  nonostante le dosi elevate, spesso il diabete risulta mal controllato, (es. presenza di una condizione di iperglicemia persistente).

Questi gatti sono pertanto spesso affetti da un aumentata frequenza dell’urinare (poliuria), un aumento del bere (polidipsia) e della sensazione di fame (polifagia). Nei gatti acromegalici a volte si osserva un appetito incredibile e possono arrivare a mangiare persino verdure crude.

Talvolta si può notare, nel corso del tempo, un’eccessiva crescita dei tessuti del cranio e delle zampe, con conseguente allargamento della testa e prognatismo (Foto in copertina).

La presenza di rumori respiratori (es. rumori russanti durante il sonno) possono essere dovuti ad un eccessivo accrescimento dei tessuti molli della faringe. In casi più gravi si può osservare lo sviluppo di problemi deambulatori, dovuti a una degenerazione delle articolazioni o a una neuropatia diabetica (es. plantigradia) oppure allo sviluppo di insufficienza cardiaca, causata da un aumento di volume del cuore (cardiomegalia).

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Foto 1: gatto comune europeo, maschio castrato di 12 anni affetto da acromegalia.

Il soggetto è affetto da diabete mellito, manifesta testa leggermente aumentata di volume e prognatismo.

EFFETTUARE LA DIAGNOSI

In gatti in cui la diagnosi di diabete mellito è già stata effettuata, bisogna escludere le principali cause di mancato controllo della glicemia (TABELLA 1).

In seguito ad una visita clinica, il Medico Veterinario potrà richiedere alcuni esami di laboratorio (esame emocromocitometrico e biochimico, esame delle urine, esame batteriologico delle urine ed esami ormonali) o esami strumentali (es. esame ecografico) per escludere le principali cause di uno scarso controllo glicemico.

L’acromegalia può successivamente essere individuata attraverso il dosaggio sierico di un particolare ormone chiamato IGF-1 (insulin growth factor 1) che risulta particolarmente elevato. La conferma diagnostica prevede la valutazione della massa ipofisaria attraverso l’uso della risonanza magnetica (RM) o della tomografia computerizzata (TC) del cranio.

 

TABELLA 1: principali cause di uno scarso controllo glicemico nei gatti affetti da diabete mellito

Errata gestione terapeutica

Alterazioni ormonali

Malattie infettive/infiammatorie concomitanti

Altre cause

Errata somministrazione o conservazione dell’insulina

Acromegalia

Infezioni delle vie urinarie

Alterato assorbimento insulinico

Somministrazione di un’insulina inadatta alla specie felina

Ipercortisolismo (Sindrome di Cushing)

Infezioni delle gengive e della bocca (gengivo-stomatite)

Alterato svuotamento gastrico

Errata alimentazione

Ipertiroidismo

Pancreatite

Somministrazione di ormoni diabetogeni (es cortisonici)

 

 

Obesità

 

 

TERAPIA E PROGNOSI

L’obiettivo della terapia è quella di eliminare la causa scatenante (il tumore secernente il GH) e/o di contrastare gli effetti del GH in eccesso.

La terapia d’elezione consigliata è l’ipofisectomia, una chirurgia che permette di rimuovere il tumore ipofisario, ottenendo così una completa remissione della malattia. La chirurgia deve essere effettuata in centri specializzati, presso i quali i rischi dell’intervento sono ridotti al minimo. Nella gran parte dei gatti acromegalici, sottoposti ad ipofisectomia, si assiste alla remissione del diabete mellito.

In seguito alla rimozione dell’ipofisi, le altre normali funzioni ormonali di questa ghiandola devono essere sostituite con adeguate terapie a vita: al gatto dovranno quindi essere somministrati specifici farmaci, ossia la così detta “terapia sostitutiva”.

Un’alternativa terapeutica alla chirurgia è la radioterapia, ovvero l’irradiazione dell’ipofisi con un fascio di radiazioni, che provoca la morte delle cellule tumorali permettendo un miglioramento della condizione clinica fino all’80% dei casi. Questa terapia necessita di diverse somministrazioni (solitamente 4-5 sedute settimanali per 4 settimane) da effettuare in anestesia generale. Nella maggior parte dei casi questa terapia non è tuttavia risolutiva, ma può essere presa in considerazione per diminuire il volume del tumore ipofisario e ridurre l’insulino-resistenza.

È possibile decidere di gestire l’acromegalia e il diabete mellito esclusivamente attraverso la terapia insulinica. In questi casi risulta necessario somministrare dosaggi spesso elevati di insulina, monitorando in modo attento e frequente la glicemia del gatto, al fine di evitare lo sviluppo di ipoglicemia (un evento frequente in gatti che assumono dosaggi elevati di insulina per lunghi periodi di tempo) e cercando di ottenere una buona qualità di vita ed eliminando i segni clinici più gravi.

L’utilizzo di farmaci analoghi della somatostatina, che hanno la finalità di bloccare la produzione di GH), risulta efficace in pazienti umani. Anche nel gatto i primi studi su tali farmaci si sono dimostrati promettenti. Gli elevatissimi costi e i possibili effetti collaterali (soprattutto gastroenterici)  hanno fatto si che questa ad oggi non sia una modalità terapeutica raccomandata.

La prognosi della malattia dipende dall’opzione terapeutica scelta. Un recente studio multicentrico internazionale, coordinato dall’Università di Bologna, ha osservato che l’aspettativa di vita mediana di un gatto acromegalico è di 2 anni dalla diagnosi. Mediano significa che il 50% dei soggetti vive meno di due anni e il 50% più di due anni.

A volte si raggiungono tempi di sopravvivenza molto lunghi (molti anni), soprattutto nei gatti che vengono trattati chirurgicamente.



In collaborazione con il Dr. Francesco Lunetta

Le Foto sono gentilmente concesse dagli Autori.

“DVM, Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine - Animali da compagnia, Endocrinologia non riproduttiva, medicina interna e terapia (Malattie Metaboliche).”

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