Nel gatto, l’aumento della sete (polidipsia) e della produzione urinaria (poliuria) possono essere conseguenti a diverse cause.
In questo articolo andremo ad esaminarne alcune tra le cause più frequenti, fornendo inoltre consigli pratici su come gestire il proprio animale in attesa di una diagnosi nonché su come fornire al Medico Veterinario tutte le informazioni necessarie per un rapido inquadramento del problema.
Con il termine polidipsia si intende un aumento del volume dei liquidi assunti. La polidipsia può essere il sintomo primario, oppure, più frequentemente, può essere la conseguenza ad un aumento delle perdite di liquidi attraverso la minzione (poliuria).
L’incrementata produzione di urine o poliuria è infatti un’importante causa di disidratazione, a cui l’animale risponde bevendo maggiormente.
Come posso capire se il mio gatto beve ed urina troppo?
Oggettivare se il proprio gatto ha poliuria e/o polidipsia non è semplice. In condizioni normali, il gatto ha la tendenza ad assumere scarse quantità di acqua durante la giornata. Ciò è ancora più vero se viene alimentato principalmente con alimento umido.
Se il gatto manifesta un improvviso cambio di abitudini, in termini di aumento del tempo trascorso presso la ciotola o di ricerca di acqua presso rubinetti o sanitari, potrebbe rappresentare il primo segnale di aumento della sete.
Per oggettivare il dato, è possibile misurare la quantità di acqua somministrata nell’arco delle 24 ore riempiendo la ciotola facendo uso di una bottiglia o di un qualsiasi contenitore graduato.
Se il gatto assume una quantità di acqua > 45 ml/kg in 24 ore (ad es, per un gatto di 5 kg più di 225 ml in 24 h), è indicativo di uno stato di polidipsia.
Avere una comprensione più accurata della quantità di acqua consumata semplificherà la valutazione del Medico Veterinario nel rilevare eventuali alterazioni della sete.
La misurazione del peso specifico urinario, effettuabile dal Medico Veterinario attraverso un rifrattometro, completerà la valutazione complessiva al fine di confermare la veridicità del sintomo percepito. Infatti, gli aumentati livelli di sete e minzione nei gatti sono comunemente associati a una ridotta concentrazione delle urine.
Il sintomo poliuria/polidipsia, nonostante non debba sempre destare preoccupazioni, potrebbe fungere da segnale di allarme riguardo a una potenziale malattia sottostante. Pertanto, il veterinario consiglierà una serie di indagini per individuare la causa sottostante. Ottenere una diagnosi tempestiva può permettere un trattamento rapido, riducendo sia l'intensità della sete che, soprattutto, l'evoluzione della malattia di fondo.
Può essere utile ridurre la quantità di acqua a disposizione del mio gatto?
Ridurre deliberatamente l’accesso all’acqua da parte del gatto è un comportamento da evitare sempre, poiché può portare a rapida disidratazione dell’animale, con possibili gravi conseguenze. Al contrario, a fronte di un aumento della sete, è necessario garantire sempre il libero accesso all'acqua e rivolgersi prontamente al Medico Veterinario per indagare il problema.
Quali sono le principali patologie che portano a poliuria e polidipsia nel gatto?
Nella seguente tabella sono riportate le più comuni cause di poliuria e polidipsia nel gatto. Tra di esse troviamo le malattie renali, le malattie ormonali, le malattie del fegato e le anomalie degli elettroliti (sali minerali) nel sangue, che a loro volta riconoscono diverse cause.
CAUSE COMUNI DI POLIURIA E POLIDIPSIA NEI GATTI |
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Malattia renale cronica |
Condizione degenerativa a carico dei reni |
Diabete mellito |
Aumentata concentrazione di glucosio nel sangue dovuta ad una carenza nella produzione e/o azione di insulina |
Ipertiroidismo |
Aumentata produzione degli ormoni tiroidei |
Pielonefrite |
Infezione a carico dei reni |
Ipercalcemia |
Aumentata concentrazione di calcio nel sangue, dovuta a malattie ormonali o tumorali, piuttosto che a causa ignota |
Insufficienza epatica |
Ridotta funzionalità del fegato, può derivare da diverse patologie epatiche |
Ipokaliemia |
Ridotta concentrazione di potassio nel sangue, spesso legata a malattie del rene o dell’intestino |
Diabete insipido |
Ridotta produzione e/o azione dell’ormone vasopressina, implicato nel regolare la capacità a concentrare le urine da parte dei reni. |
Tab. - Malattie più comunemente implicate nell’aumento di sete e minzione del gatto.
Le indagini consigliate dal Medico Veterinario saranno personalizzate in base alla storia clinica, all'età e ai risultati della visita generale dell’ animale.
Spesso, verranno raccomandate analisi del sangue e delle urine, comprese urinocolture per identificare eventuali batteri responsabili di infezioni urinarie.
A seconda dei risultati, potrebbero essere necessari ulteriori esami per individuare anomalie ormonali o problemi di funzionalità epatica.
Esami di diagnostica per immagini, come radiografie toraciche o ecografie addominali, potrebbero essere cruciali per una valutazione completa del paziente.
Malattia renale cronica
Benché possa colpire gatti di ogni età, questa malattia è di riscontro molto frequente nel gatto anziano, colpendo circa 8 gatti su 10 al di sopra dei 15 anni.
I reni svolgono un’azione di “filtro” per l’organismo. La loro progressiva degenerazione è seguita da perdita della funzionalità e di conseguenza l’accumulo nel sangue di alcuni cataboliti, ovvero sostanze di scarto normalmente eliminate attraverso le urine.
I reni sono inoltre implicati nel bilancio idrico ed elettrolitico. Pertanto, la disfunzione renale comporta la produzione di abbondanti quantità di urine e poco concentrate, cui consegue disidratazione dell’animale, che manifesterà di conseguenza un notevole aumento della sete.
Altri sintomi frequenti di malattia renale cronica sono la perdita di peso, la riduzione dell’appetito, la letargia e, negli stadi più avanzati, la comparsa di alitosi e vomito ricorrente.
Il Medico Veterinario può efficacemente diagnosticare la malattia renale cronica attraverso la raccolta di una dettagliata storia clinica, la visita generale (comprensiva della misurazione della pressione sistemica), analisi del sangue e delle urine, e l'esecuzione di un'ecografia addominale.
Essendo una condizione progressiva e irreversibile, la malattia renale cronica non può essere completamente guaribile. Tuttavia, una diagnosi tempestiva consente di rallentare significativamente la sua progressione mediante opportune modifiche dietetiche e trattamenti farmacologici.
Ipertiroidismo
Questa malattia è caratteristica del gatto adulto/anziano e rappresenta la malattia endocrina più comune del gatto.
L’ipertiroidismo è causato dalla presenza di un tumore tiroideo, generalmente benigno, che produce un eccesso di ormoni tiroidei.
Questo incremento ormonale provoca diverse conseguenze nei gatti affetti, tra cui aumento della sete e della minzione, eccessivo appetito, progressiva perdita di peso (dimagrimento) e la comparsa di un mantello di aspetto scadente dovuto alla disidratazione.
Inoltre, possono manifestarsi alterazioni comportamentali, come irrequietezza ed iperattività, nonché sintomi gastro-intestinali ricorrenti, quali vomito e diarrea.
La diagnosi di questa malattia si basa sulla raccolta di una dettagliata storia clinica che il proprietario potrà raccontare e sulla visita generale del Medico Veterinario che potrà effettuare anche la palpazione del collo, la misurazione della pressione sistemica, l'auscultazione cardiaca, oltre all'esecuzione di analisi del sangue e delle urine.
In caso di sospetto clinico di ipertiroidismo, il Medico Veterinario consiglierà la misurazione degli ormoni tiroidei nel sangue, necessaria per ottenere la diagnosi.
Ottenere la diagnosi di questa malattia è essenziale poiché esistono diverse opzioni terapeutiche in grado di gestire i sintomi o, in alcuni casi, di consentire la completa guarigione del gatto.
Nei gatti adulti con una buona prospettiva di vita e in assenza di altre malattie debilitanti, è possibile individuare la localizzazione e le dimensioni del tumore tiroideo attraverso tecniche avanzate di diagnostica per immagini (scintigrafia tiroidea).
La radioiodoterapia, che comporta la "distruzione" del tumore mediante l'uso di iodio radioattivo, rappresenta in tali situazioni la terapia preferenziale, portando a una risoluzione definitiva del quadro nel 95% dei casi.
Altre opzioni terapeutiche, come l'intervento chirurgico, la terapia medica o l'adozione di una dieta a basso o nullo contenuto di iodio, potrebbero essere considerate dal Medico Veterinario in base alle caratteristiche specifiche del quadro clinico del gatto.
Diabete mellito
È la seconda patologia endocrina più comune nel gatto.
Alla base di questa endocrinopatia si riscontra una produzione insufficiente di insulina e/o la sua perdita di efficacia, che comportano un aumento dei livelli di glucosio (uno zucchero semplice) nel sangue e nelle urine.
La presenza di glucosio nelle urine, definita glicosuria, oltre a predisporre il gatto a possibili infezioni batteriche, provoca la produzione di grandi quantità di urine poco concentrate.
In questa situazione, la disidratazione conseguente spinge l'animale a bere in modo eccessivo.
Nei gatti diabetici, ulteriori manifestazioni cliniche associate all'aumento della sete e della minzione includono un eccessivo appetito e una progressiva perdita di peso.
Nel caso in cui la diagnosi venga ritardata, il diabete mellito potrebbe causare un appoggio anomalo sulle zampe posteriori (plantigradia).
L'iter diagnostico, anche in questo contesto, prende avvio dalla racconto scrupoloso dei sintomi, con particolare attenzione alle abitudini alimentari e all'attività fisica del paziente.
La visita clinica e le analisi del sangue e delle urine risultano indispensabili per formulare la diagnosi. La presenza di iperglicemia persistente associata a glicosuria, ossia livelli elevati di glucosio rispettivamente nel sangue e nelle urine, rappresenta di per sé la diagnosi di diabete.
Inoltre, la misurazione delle fruttosamine, proteine nel sangue che si legano al glucosio durante iperglicemie prolungate, può ulteriormente assistere il Medico Veterinario nella conferma del diabete mellito e fornire strumenti per il monitoraggio terapeutico.
Quando il Medico Veterinario avrà confermato la diagnosi di diabete mellito, il gatto dovrà essere trattato con insulina e una dieta apposita. Saranno previsti frequenti monitoraggi clinici e glicemici nella fase iniziale, al fine di stabilire la dose di insulina più appropriata per l’ animale.
Riconoscere e trattare tempestivamente il diabete è cruciale, poiché, se trascurato a lungo, questa patologia può evolvere in una condizione d’urgenza nota come chetoacidosi diabetica.
Inoltre, è importante sottolineare che, con un tempestivo e corretto approccio terapeutico, il 20-30% dei gatti diabetici può andare incontro a remissione.
Cause meno comuni di Poliuria e Polidipsia nel gatto
Il sintomo poliuria/polidipsia nel gatto può dipendere anche da altre cause meno comuni. Ad esempio, alcune diete o determinati farmaci possono essere associati a questo sintomo.
Pertanto, è opportuno informare il veterinario su tutti i farmaci somministrati di recente (compresi colliri e creme topiche) e fornire una descrizione dettagliata della dieta che sta assumendo l’animale e delle eventuali supplementazioni.
Conclusioni
Considerate le molteplici cause di aumento della sete e della minzione nel gatto, l’iter diagnostico potrebbe apparire complesso, articolato ed impegnativo dal punto di vista economico. Va tuttavia precisato che normalmente si procede in maniera sequenziale, escludendo dapprima le cause più comuni, che spesso sono già evidenti con esami ematici e urinari di base.
Nei casi più complessi si renderanno necessarie indagini più approfondite. È importante sapere che alcuni degli accertamenti diagnostici necessari potrebbero richiedere l'ospedalizzazione dell'animale.
Identificare la causa specifica alla base dei sintomi di poliuria e polidipsia nel gatto è nel pieno interesse dell’animale e potrebbe comportare diversi tentativi diagnostici non sempre garantendo una risposta definitiva.
Il raggiungimento di una diagnosi e l’impostazione di una terapia adeguata può tuttavia comportare un netto miglioramento nella qualità di vita del proprietario e dell’animale stesso.
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