Adenocarcinoma del sacco anale (seno paranale) del cane

Adenocarcinoma del sacco anale (seno paranale) del cane

I seni paranali o sacchi anali, presenti sia nel cane sia nel gatto, sono due “sacchettini” localizzati alle ore “4” e “8” della regione anale, circondati da fibre del muscolo sfintere esterno dell’ano.

Le loro pareti sono tappezzate da ghiandole apocrine e il loro secreto, maleodorante per gli umani, è evacuato attraverso un dotto (in cui sono presenti anche ghiandole sebacee) localizzato a livello della giunzione mucocutanea, tra gli sfinteri esterno e interno dell’ano.

Le patologie più comuni sono l’intasamento, la sacculite (a volte accompagnata da fistolizzazione esterna) ed i tumori.

Tra i tumori, il più importante è l’adenocarcinoma apocrino, più raro il melanoma ed altri tipi di neoplasie.

I cani colpiti sono più spesso di media taglia, senza predisposizione di sesso. L’adenocarcinoma del seno paranale è molto raro nel gatto.

 

Quali i possibili segni clinici che conducono a visita?

Può innanzi tutto essere che il tumore ai lati dell’ano passi inosservato (nel 40% dei casi) per qualche tempo perché di piccole dimensioni e venga svelato solo durante un’esplorazione digitorettale eseguita per altre ragioni. Per questo motivo è sempre bene far visitare periodicamente il proprio cane dal Veterinario di fiducia anche se non manifesta alcun sintomo clinico.

In altri casi, invece, il paziente manifesta difficoltà nella defecazione, per la grandezza della massa o, molto più spesso, per ingrandimento metastatico dei linfonodi della regione (sotto alla colonna vertebrale e al di sopra dell’ultimo tratto dell’intestino, il coloretto) e/o aumento della sete e della quantità di urina prodotta.

L’aumento della sete e della produzione urinaria è indotto da un aumento del calcio nel sangue (ipercalcemia) a causa di una sostanza prodotta dal tumore, sia dal tumore primario sia dalle sue eventuali metastasi (nei linfonodi regionali o in altre sedi lontane – fegato, milza, polmoni, linfonodi di altre sedi, osso, etc.).

 

Diagnosi ed esami collaterali

La diagnosi si basa sulla visita clinica con esplorazione digito-rettale e su ulteriori esami che il veterinario potrà richiedere come ad esempio: ago-aspirato ed esame citologico del tumore primario, esame ecografico dell’addome e radiografico del torace oltre ad esami del sangue.

Al fine, però, di programmare l’intervento chirurgico il veterinario potrà richiedere un esame TC completo “total body”.

Se è presente ipercalcemia, riscontrata con gli esami ematologici, il veterinario prescriverà una terapia adeguata perché può provocare danni renali.

Paziente chirurgico è quello che, dopo tutti gli accertamenti, mostra solo il tumore primario, o il tumore primario in regione perineale e metastasi ai soli linfonodi regionali.

Dopo la chirurgia l’uso della chemioterapia standard è controverso ma alcuni nuovi farmaci (i cosiddetti anti-tirosinchinasici, attivi su questo tumore in circa il 60% dei casi, possono avere la loro efficacia.

Questi ultimi farmaci possono essere anche essere utilizzati nel tentativo di diminuire preoperatoriamente le dimensioni dei linfonodi o qualora si siano rilevate metastasi in più sedi, a scopo palliativo.

La presenza contestuale di tumore primario e linfonodi regionali colpiti è un fattore che influisce negativamente sulla sopravvivenza (da 12 a 24 mesi).

Nei casi in cui è indicata solo l’asportazione del tumore primario (metastasi non rilevate), la sopravvivenza è spesso di oltre 2 anni.


“DVM, Prof. Ordinario Clinica Chirurgica Veterinaria, Diplomato ECVS, EBVS® - European Specialist in Small Animal Surgery - (Oncologia Clinica, Chirurgia Oncologica, Chirurgia dei Tessuti Molli)”

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