Alopecia X: una malattia dermatologica del cane, dalla diagnosi alla terapia

Alopecia X: una malattia dermatologica del cane, dalla diagnosi alla terapia


L'Alopecia X è una malattia dermatologica che affligge principalmente cani giovani-adulti, ed è caratterizzata dalla perdita dei peli primari progredendo fino all'alopecia completa prevalentemente su tronco, collo e cosce, risparmiando la testa e le estremità distali.

Spesso si osserva iperpigmentazione cutanea nelle aree affette, e per questo è altrimenti denominata, soprattutto dagli allevatori, “Black Skin Disease”.

Alcune razze sono più predisposte, soprattutto quelle con mantello doppio e folto come Volpini di Pomerania, Alaskan Malamute e Chow Chow.

Segnalata anche in Barboncini nani e Toy, può comunque presentarsi in qualsiasi altra razza.

 

Eziologia e Nomenclatura

Colpisce cani maschi e femmine, giovani adulti, senza correlazione con lo stato di castrazione/sterilizzazione.

Si ipotizza una base ereditaria, data la predisposizione di razza, ma necessita di ulteriori studi.

La condizione è conosciuta con vari nomi: "Black Skin Disease (BSD)" o "coat funk" (tra gli allevatori), e nella letteratura scientifica come “deficit di ormone della crescita ad esordio adulto”, “alopecia responsiva all'ormone della crescita”, “alopecia responsiva alla castrazione”, “alopecia responsiva alla biopsia”, “sindrome simile all'iperplasia surrenale congenita”, e più recentemente, Alopecia X.

La varietà di nomi riflette la mancanza di comprensione della causa, ad oggi ancora sconosciuta.

 

Segni Clinici

L’alopecia nel cane si presenta da parziale a totale, bilaterale e simmetrica, clinicamente non infiammatoria, localizzata a tronco, collo, cosce, perineo e coda. Testa ed estremità distali sono risparmiati (Fig. 1).

In alcuni cani la malattia si manifesta con la mancata ricrescita del pelo dopo la tosatura. Le aree affette possono presentare cute iperpigmentata e secca; dermatite papulare, pustolosa e crostosa e collaretti epidermici possono essere presenti in caso di follicolite batterica secondaria e, in questo caso, determinare prurito.

Il paziente non presenta segni clinici sistemici e, ad eccezione del problema cutaneo, è sano.

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Fig. 1 ed in copertina - cane affetto da "Alopecia X". Presenta alopecia bilaterale e simmetrica, localizzata a tronco, collo, cosce, perineo e coda. Testa ed estremità distali sono risparmiati.

Diagnosi Differenziali ed Esami Collaterali

Le diagnosi differenziali da considerare sono le endocrinopatie (ipercortisolismo, ipotiroidismo, iperestrogenismo) e altri disordini follicolari (demodicosi, follicolite batterica, dermatofitosi).

Per escludere queste patologie, gli esami collaterali che il Medico Veterinario potrà effettuare sono, nell’ordine:

  • Raschiati cutanei multipli per la ricerca di acari Demodex spp (negativi in corso di Alopecia X);
  • Esame citologico per apposizione dopo rimozione di eventuali croste o da pustola integra per valutare eventuale presenza di flogosi neutrofilica settica e batteri (in corso di follicolite batterica);
  • Tricogramma: prevalenza di peli secondari, radici in fase telogena; possibile tricoressi nodosa.
  • Lampada di Wood ed esame colturale per dermatofiti (negativi in corso di Alopecia X).
  • Esame ematobiochimico completo ed esame chimicofisico delle urine: in caso mostrino alterazioni compatibili con ipotiroidismo o ipercortisolismo, occorrerà effettuare i relativi test specifici.

E’ inoltre indicato  l’esame ecografico dell’addome con particolare attenzione a surreni e gonadi (ovaie e testicoli nei pazienti non sterilizzati).

L’esame istopatologico della cute è necessario per la diagnosi definitiva e va eseguito come  ultimo esame dopo avere escluso le endocrinopatie.
E’ diagnostico quando evidenzia le seguenti alterazioni istopatologiche: atrofia del derma, arresto diffuso del ciclo pilifero con telogenizzazione prominente dei follicoli piliferi e presenza di follicoli dismorfici e in kenogen, e "flame follicles" (follicoli a fiamma, così denominati a causa dell’aspetto determinato dall’eccessiva cheratinizzazione trichilemmale (Fig. 2).

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Fig. 2 - follicoli piliferi di cane a fiamma, così denominati a causa dell’aspetto determinato dall’eccessiva cheratinizzazione trichilemmale.

Terapia

I trattamenti che il Medico Veterinario potrà impostare sono molti, ma l'efficacia varia a seconda del paziente ed il successo non è prevedibile.

Considerato che l’Alopecia X è solo un difetto cosmetico, il cane potrebbe non essere trattato (scientific neglect) ma solo sottoposto a cure ed attenzioni per evitare l’eccessiva secchezza cutanea o i danni derivanti dall’azione dei raggi UV.

 

Qualora si decida, in accordo con il Medico Veterinario, di effettuare una terapia per la risoluzione dell’alopecia, quelle proposte più di frequente sono le seguenti:

  • Integrazione di Melatonina: Il meccanismo d'azione non è completamente noto, e diversi studi hanno mostrato efficacia in circa il 30% dei cani. La dose somministrata per via orale due volte al giorno, a seconda del peso, deve essere proseguita per almeno 3-4 mesi. Promuoverebbe la transizione da telogen ad anagen, ossia riattiverebbe la fase di crescita follicolare.
  • Castrazione/sterilizzazione chirurgica dei cani interi: limitata ai cani maschi interi (non c’è evidenza di efficacia della ovaroisterectomia nelle femmine).
    Può esitare in ricrescita parziale o completa (43% dei casi) che può verificarsi in settimane, mesi o anni. In alcuni casi non c'è ricrescita (40%), o si verifica una recidiva (17%).
  • Trilostano a basse dosi è apparso efficace nell’85% dei pazienti trattati; tuttavia deve essere prescritto solo da medici con esperienza poiché sono necessari monitoraggi frequenti e può avere effetti avversi gravi.
  • Deslorelin: l'effetto sul follicolo pilifero non è noto, ed è stato segnalato che causi la ricrescita dei peli nel 75% dei cani maschi intatti. La ricrescita inizia 2-3 mesi dopo l'inizio del trattamento. Non si è dimostrato efficace nelle femmine. Il trattamento risulta reversibile, sicuro e facile da somministrare.
  • Osaterone acetato, utilizzato con lo stesso protocollo suggerito per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna, ha dimostrato aneddoticamente successo variabile (25-50%) in maschi e femmine.
  • Microneedling: è una procedura mediante la quale la cute viene punta più volte con aghi sottili (circa 2.5 mm) posti su un rullo (DermaRoller® ), inducendo irritazione e riparazione tissutale; in questo modo sarebbe in grado di stimolare la transizione alla fase anagen.
    I pazienti devono essere sottoposti ad anestesia generale/sedazione profonda; la ricrescita è variabile, e l’alopecia può in seguito recidivare.
  • Terapia Laser a Basso Livello e Biomodulazione a Fluorescenza: singoli case reports e segnalazioni aneddotiche ne dimostrano l’efficacia, in assenza di effetti collaterali.

Creme, unguenti, lozioni contenenti diversi principi attivi ed eccipienti sono presenti in commercio senza evidenza o studi scientifici, pertanto vengono proposti da allevatori di Volpini di Pomerania o toelettatori. Anche in questi casi, i risultati sono variabili e si pensa che la ricrescita del pelo sia conseguente a stimolo irritativo.



Le immagini sono gentilmente concesse dall'Autore.
“DVM,  Dipl. European College of Veterinary Dermatology (ECVD); Esperto MyLav in Dermatologia e Allergologia
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