CORPI ESTRANEI ESOFAGEI NEL CANE

CORPI ESTRANEI ESOFAGEI NEL CANE


COME POSSO CAPIRE SE IL MIO CANE HA UN CORPO ESTRANEO ESOFAGEO ?

I corpi estranei esofagei rappresentano una problematica relativamente frequente nel cane e rara nel gatto. 

Le ossa ed i frammenti di ossa sono i corpi estranei più spesso riscontrati. 

Tale patologia, se non prontamente diagnosticata e trattata, può portare a conseguenze gravi e, pertanto, rappresenta una vera e propria emergenza clinica.

CHI SONO I SOGGETTI PIU’ PREDISPOSTI ?

  • I cani 
  • Soprattutto di piccola e media taglia
  • Soprattutto giovani

Capita molto spesso che ci si accorga personalmente dell’ingestione di un corpo estraneo da parte del proprio cane il quale viene tipicamente colto in flagrante mentre rosicchia qualcosa e quindi decide di deglutire l’oggetto per intero, provocando l’ostruzione. 

In questo caso bisogna contattare immediatamente il proprio veterinario di fiducia.


Quando tuttavia viene a mancare questa importante informazione, sospettare un’ostruzione esofagea può non essere così semplice ed i sintomi correlati possono essere anche molto subdoli.

Ecco i sintomi più comuni di ostruzione esofagea da corpi estranei nel cane:

  • Rigurgito: espulsione di materiale proveniente dall’esofago NON preceduto da nausea o conati
  • Anoressia: alcuni cani riescono ad ingerire l’acqua, ma non il cibo
  • Abbattimento progressivo
  • Intensa salivazione e nausea
  • Vomito (più raramente), quando il corpo estraneo va a posizionarsi a cavallo tra la parte terminale dell’esofago e l’ingresso nello stomaco

Nel caso si osservi una simile sintomatologia, per quanto possa essere moderata o subdola, si consiglia di contattare al più presto il proprio veterinario in modo che la patologia possa essere accertata il più rapidamente possibile e non si aggravi con il passare del tempo creando maggiori danni.

I fattori che influenzano maggiormente la sintomatologia e anche la gestione terapeutica dei corpi estranei esofagei sono: 

  1. Forma
  2. Dimensioni
  3. Localizzazione
  4. Durata dell’ostruzione
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Figura 1 - Radiografia latero-laterale del torace di un cane che ha ingerito un osso (frecce blu). L’osso si trova a livello esofageo.

Cortesia Prof. Alessia Diana (Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università di Bologna)

DIAGNOSI E TERAPIA

La metodica comunemente utilizzata dal veterinario per il riconoscimento dei corpi estranei esofagei è rappresentata dall’esame radiografico del torace, eseguito in diverse proiezioni.

Radiograficamente i campi polmonari assumono una colorazione scura, che funge da contrasto e facilita l’individuazione di oggetti che, a seconda della loro consistenza, assumono una brillantezza (il termine tecnico è “radiopacità”) più o meno intensa.

La radiografia può tuttavia lasciare spazio a dubbi di interpretazione, a causa delle numerose strutture fisiologicamente presenti nella cavità toracica, che potrebbero sovrapporsi all’oggetto che si sta ricercando.

In questo caso il veterinario potrà ripetere l’esame radiografico dopo aver somministrato un mezzo di contrasto iodato, che ha la funzione di scorrere all’interno dell’esofago e mettere in risalto eventuali corpi estranei occludenti.

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Figura 2 - Cane Corso maschio di 5 anni. I proprietari gli hanno offerto dell’alimento usando un cucchiaio. Il cane ha deglutito il cucchiaio.

Nelle due proiezioni radiografiche ortogonali (latero laterale e ventro dorsale) è possibile osservare il corpo estraneo metallico a localizzazione esofago-gastrica.

Cortesia Prof. Alessia Diana (Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università di Bologna)

Un’altra metodica che il medico veterinario può utilizzare e che ha non solo un ruolo diagnostico, ma nei casi più fortunati anche terapeutico, è l’esame endoscopico.
 
L’endoscopio è uno strumento di forma tubulare, flessibile e provvisto di una telecamera nella parte terminale, che consente al veterinario di esplorare dall’interno il lume esofageo, arrivando fin dentro allo stomaco.

Questo strumento consente non solo di individuare eventuali corpi estranei esofagei nel cane, ma anche di rimuoverli, ove possibile, mediante delle pinze apposite. 
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Figura 3 - Pinze che possono essere utilizzate per la rimozione di corpi estranei per via endoscopica.

Cortesia Prof. Marco Pietra (Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università di Bologna)

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Figura 4 - Visualizzazione del corpo estraneo esofageo descritto nella Figura 2 (Cane Corso Maschio di 5 anni). Nell’immagine a destra si può osservare lo strumento per l’asportazione endoscopica del corpo estraneo.

Cortesia Prof. Marco Pietra (Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università di Bologna)

Qualora l’oggetto ostruente sia gravemente incastrato e non rimovibile per via endoscopica o qualora vada a perforare la parete dell’esofago risulta opportuno procedere con la sua rimozione per via chirurgica.


COMPLICANZE

A seguito dell’estrazione del corpo estraneo per via endoscopica è sempre molto importante che il veterinario possa ricontrollare lo stato della mucosa esofagea che può aver subito danni di entità variabile e può necessitare di un ulteriore trattamento, di tipo farmacologico o nella peggiore delle ipotesi, di tipo chirurgico.

Nei casi più sfortunati, infatti, il corpo estraneo può provocare la perforazione e rottura dell’esofago e l’animale può presentare segni clinici quali febbre, dolorabilità e difficoltà respiratoria.

Un’altra possibile complicazione è la formazione di cicatrici più o meno estese nel sito di rimozione del corpo estraneo, che possono comportare un restringimento del lume esofageo e rendere difficoltoso il transito dell’alimento.

A seconda della gravità della cosiddetta “stenosi” sarà il medico veterinario a valutare la necessità di re-intervenire per la sua risoluzione.

 

PROGNOSI

In assenza di complicazioni e se si interviene rapidamente la prognosi è generalmente buona: i pazienti presentano un rapido miglioramento clinico e risoluzione della sintomatologia.

 



In copertina - Radiografia latero-laterale del collo di un cane che ha ingerito un amo da pesca. L’amo si trova a livello esofageo. Cortesia Prof. Alessia Diana (Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università di Bologna)

 

 

Con la collaborazione della Dr.ssa Mariachiara Re

 

“DVM, Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine - Animali da compagnia, Endocrinologia non riproduttiva, medicina interna e terapia (Malattie Metaboliche).”

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