L'Ipotiroidismo nel cane

L'Ipotiroidismo nel cane

L’ipotiroidismo è una patologia dovuta ad una mancata produzione di ormoni tiroidei da parte della tiroide, ghiandola che si trova nella regione del collo. La carenza di ormoni tiroidei si ripercuote su moltissime funzioni dell’organismo causando vari segni clinici. Si tratta di uno dei disturbi ormonali più comuni nel cane e la prevalenza è stimata tra lo 0,2 e lo 0,8%.

CLASSIFICAZIONE:

Circa il 95% dei casi ipotiroidismo canino è rappresentato dall’ipotiroidismo primario, causato da una ridotta produzione di ormoni tiroidei da parte della ghiandola tiroide. Istologicamente, tale condizione patologica può manifestarsi in due diverse tipologie: una tiroidite linfocitica e un’atrofia idiopatica.

Nella tiroidite linfocitica si riscontra un elevato numero di cellule del sistema immunitario all’interno del tessuto tiroideo ed è una patologia su base immuno mediata.

Nell’atrofia idiopatica non si riscontrano invece cellule del sistema immunitario. In alcuni casi l’atrofia idiopatica sembra essere la conseguenza di una tiroidite linfocitica grave. Meno comunemente (<5% dei casi), i cani possono sviluppare ipotiroidismo per patologie dell’ipofisi o dell’ipotalamo, carenza di iodio nella dieta, distruzione tumorale della ghiandola tiroidea, trattamenti farmacologici ( es. sulfamidici) o trattamenti radioterapici.

L’ipotiroidismo è una patologia tipica dei cani di mezza età o leggermente anziani (età media 7-8 anni); non sembra esistere una predisposizione di sesso ma la prevalenza sembra essere maggiore in certe razze, ad esempio nei Doberman e nei Labrador Retriever.

SINTOMATOLOGIA:

Gli ormoni tiroidei agiscono controllando le funzioni metaboliche dell’organismo, pertanto i segni clinici di ipotiroidismo possono coinvolgere molteplici apparati. Le alterazioni dermatologiche sono quelle più comunemente evidenziabili.

Si possono frequentemente osservare pelo ispido, secco e una perdita di pelo (alopecia) non pruriginosa che comprende spesso le aree di appoggio/sfregamento, quali fianchi, coda, canna nasale (Figura 1), regione ascellare e torace.

Sono solitamente alterazioni dermatologiche non associate a prurito. Tali alterazioni sono determinate dalla carenza di ormoni tiroidei che causano una prematura interruzione della crescita del pelo. Altre alterazioni frequentemente riscontrate sono una colorazione scura (iperpigmentazione) nelle aree alopeciche, aumentata produzione di sebo (seborrea) e rigonfiamento facciale (mixedema), soprattutto nella testa, che può conferire un aspetto da cane “triste” (Figura 1). 


Figura 1 e copertina - Cane labrador affetto da ipotiroidismo. Si può notare il rigonfiamento facciale (mixedema). Evidente inoltre l’espressione “triste”, la perdita di pelo e l’iperpigmentazione nella canna nasale.

A causa del diminuito metabolismo energetico, causato dalla carenza di ormoni tiroidei, sono comunemente osservabili segni clinici quali letargia/debolezza, tendenza al sovrappeso, intolleranza al freddo e intolleranza all’esercizio.

A volte in cani ipotiroidei si possono riscontrare alterazioni del sistema nervoso periferico (debolezza, deficit della propriocezione, riflessi spinali diminuiti, paraparesi e tetraparesi) ed effetti sull’apparato riproduttivo nelle femmine non sterilizzate (prolungamento dei tempi del parto, elevata mortalità dei cuccioli e secrezione inappropriata di latte dalle mammelle).

In rari e gravi casi, l’ipotiroidismo può determinare una condizione chiamata “coma mixedematoso”, che determina grave abbatimento, incapacità di mantenere un’adeguata temperatura corporea (ipotermia), la pressione sanguigna (ipotensione) e la frequenza cardiaca (bradicardia).

Tale condizione, spesso complicata da ulteriori comorbidità, può evolvere in uno stato comatoso che necessita di un tempestivo intervento terapeutico.

Nella tabella 1 vengoni riportati i principali segni clnici dell’ipotiroidmso del cane secondo due studi clnici.

TABELLA 1: Sintomi e reperti clinici principali dell’ipotiroidismo primario nel cane (Panciera et al. 2001; Corsini et al 2021)

Sintomo o reperto clinico

Panciera et al. (2001)

162 cani

Corsini et al. (2021)

40 cani

Alterazioni dermatologiche

88%

84%

Alopecia

40%

70%

Debolezza

12%

67,5%

Letargia

48%

62,5%

Obesità

49%

42,5%

Polineuropatia

2%

2,5%

Bradicardia

5%

 

Problemi riproduttivi

< 2%

 

Intolleranza al freddo

 

2,5%

 

ESAMI DI LABORATORIO

Molte patologie, che non riguardano la ghiandola tiroide, condividono segni clinici e laboratoristici molto simili all’ipotiroidismo; per tale motivo l’ipotiroidismo risulta spesso una patologia erroneamente sovra diagnosticata.

Effettuare degli esami di base (emocromocitometrico, emato-biochimico ed esame delle urine) è utile per escludere la presenza di patologie concomitanti e, al contempo, valutare la presenza di alterazioni clinico-patologiche che supportino la diagnosi di ipotiroidismo nel cane. La valutazione della concentrazione sierica dei principali ormoni tiroidei, quali la tiroxina (T4) e la tireotropina (TSH), è essenziale per raggiungere una diagnosi.

Agli esami di laboratorio non vi sono alterazioni altamente specifiche della patologia, e l’ipercolesterolemia marcata è l’alterazione laboratoristica più frequente (presente in oltre l'80% dei soggetti). Una lieve anemia normocitica normocromica non rigenerativa è piuttosto frequente.  Nel caso in cui non vi sia ipercolesterolemia e contemporaneamente non vi sia anemia, la diagnosi di ipotiroidosmo risulta poco probabile.

 

DIAGNOSI

La diagnosi di ipotiroidismo può essere confermata valutando la concentrazione di ormoni tiroidei, quali T4 totale e/o T4 libero (fT4), il TSH ed eventualmente la valutazione di anticorpi contro la tireoglobulina (AA-Tg), pertanto il Medico Veterinario potrà richiedere un profilo tiroideo completo.
Il quadro laboratoristico più caratteristico è rappresentato da un T4 basso/indosabile in associazione a un aumento del TSH.

Moltissime condizioni patologiche (enteropatie, nefropatie, patologie neoplastiche, endocrinopatie, cardiomiopatie, patologie respiratorie, epatopatie, artropatie, patologie immunomediate) o la somministrazione di particolari farmaci (antinfiammatori steroidei o non steroidei, anticonvulsivanti, antibiotici) possono mimare le alterazioni ormonali descritte nell’ipotiroidismo, senza però che vi sia una reale disfunzione tiroidea.

Questa condizione prende il nome di euthyroid sick syndrome. Pertanto saranno presenti delle alterazioni del profilo tiroideo in assenza di ipotiroidismo.

In tali casi non deve essere somministrata la terapia per l’ipotiroidismo.

Alcune razze, quali il Levriero, il Whippet, il Basenji e il Saluki presentano una concentrazione di T4 inferiore ai range di normalità riportati nella maggior parte delle specie canine, rendendo più difficile identificare la patologia in questi ultimi. 

La concentrazione del TSH risulta aumentata soltanto nel 60-80% dei pazienti ipotiroidei, mentre nel restante 20-40% dei casi si osserva un TSH all’interno dei range di normalità, rendendo difficile la differenziazione tra ipotiroidei e pazienti affetti da euthyroid sick syndrome.

Ulteriori accertamenti diagnostici, quali il test di stimolazione con TSH o un esame scintigrafico della tiroide, potrebbero essere necessari in pazienti con alterazioni cliniche e clinico-patologiche compatibili con ipotiroidismo ma che presentano una bassa concentrazione sierica di T4 ma una concentrazione di TSH normale. 

Il test di stimolazione con TSH permette di determinare la capacità di riserva della ghiandola tiroide e può essere eseguito in alcuni centri specialistici e viene considerato il test di elezione per la diagnosi di ipotiroidismo.

Infine l’esame scintigrafico della tiroide consiste nel somministrare un isotopo radioattivo (tecnezio-99m pertecnetato) e valutare il suo attecchimento (uptake) da parte della ghiandola tiroide.

 

TERAPIA

Il trattamento consigliato per l’ipotiroidismo richiede la somministrazione a vita di levotiroxina sintetica per bocca, che riesce a sopperire la mancata produzione  di ormoni tiroidei da parte della ghiandola tiroide.

Per la Medicina Veterinaria sono registrati 2 farmaci. Il vostro Veterinario di fiducia i prescriverà quello che riterrà più indicato per il vostro cane.

Risulta importante che la somministrazione del farmaco avvenga, possibilmente, sempre a digiuno, al fine di migliorare e mantenere costante l’assorbimento del farmaco. La risoluzione dei segni clinici si osserva solitamente già dopo qualche settimana o mese di terapia. La terapia è solitamente estremamente efficace e in caso di mancata risposta è opportuno rivalutare la correttezza della diagnosi.

Gli effetti collaterali della terapia sono rari: nervosismo, poliuria (aumento dell’urinare), polidipsia (aumento del bere), aumentato appetito (polifagia), eccessivo dimagramento o aumentata frequenza cardiaca (tachicardia) devono far sospettare un sovradosaggio del farmaco (tireotossicosi).

Solitamente il primo controllo laboratoristico si effettua dopo circa un mese di terapia. Per oggettivare l’efficacia del trattamento è opportuno misurare il T4 e il TSH sierici, valutati 4-6 ore dopo la somministrazione del farmaco (momento di massimo assorbimento). Inizialmente i controlli vengono effettuati una volta al mese. Una volta individuata la dose giusta di farmaco, i controlli potranno essere effettuati ogni 4-6 mesi.

E’ importante che i cani in terapia vengano controllati a vita; col tempo possono infatti rendersi necessarie delle modifiche della dose.

Se l’ipotiroidismo viene correttamente diagnosticato e trattato, l’aspettativa di vita e la qualità di vita risultano paragonabili a quelle di un soggetto sano.



“DVM, Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine - Animali da compagnia, Endocrinologia non riproduttiva, medicina interna e terapia (Malattie Metaboliche).”
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