Il diabete mellito è una patologia caratterizzata da una concentrazione costantemente elevata di glucosio nel sangue (iperglicemia) che può risultare pericolosa e fatale se non riconosciuta e appropriatamente trattata.
Il diabete mellito è determinato da un insieme di disturbi che causa un’incapacità del pancreas di secernere l’ormone insulina, oppure da un’incapacità dei vari tessuti di utilizzare l’insulina stessa. Questo ormone è necessario al fine di diminuire la concentrazione di glucosio nel sangue e permettere ai vari tessuti di utilizzare il glucosio per produrre energia.
QUALI TIPI DI DIABETE MELLITO SONO PRESENTI NEL GATTO?
Esistono diversi tipi di diabete mellito, classificabili similmente a quanto riportato in medicina umana.
Il cosiddetto diabete di tipo 1 (che in passato veniva chiamato “insulino-dipendente”) è caratterizzato da una perdita irreversibile della funzionalità del pancreas nel produrre insulina, e risulta raro nel gatto.
Quasi tutti i soggetti appartenenti alla specie felina sviluppano invece il cosiddetto diabete mellito di tipo 2 (“non insulino-dipendente”), caratterizzato da una perdita relativa e spesso reversibile della produzione di insulina e/o da una resistenza dei vari tessuti nei confronti dell’azione dell’insulina stessa.
Questa malattia è piuttosto comune (prevalenza nel gatto stimata tra lo 0,2 e 0,5%) ed è più frequente in soggetti anziani (> 8 anni), di sesso maschile, in sovrappeso/obesi o in quelli appartenenti a specifiche razze (es. Burmese, Main Coon, Blu di Russia, Siamese). Il sovrappeso è senza dubbio il maggiore fattore di rischio per lo sviluppo di diabete mellito nel gatto.
Anche uno stile di vita sedentario o prettamente indoor, la somministrazione di particolari farmaci (es. cortisonici) e alcuni fattori genetici possono predisporre allo sviluppo di diabete mellito in questa specie.
SEGNI CLINICI INDICATIVI DI DIABETE MELLITO
I gatti malati si presentano tipicamente affetti da poliuria (eccesso nell’urinare), polidipsia (eccesso nel bere), polifagia (eccessiva fame) e da una progressiva perdita di peso (nonostante la condizione di obesità sottostante renda talvolta difficile identificare questo segno clinico).
In casi più gravi si possono evidenziare segni clinici riconducibili a una neuropatia diabetica (debolezza degli arti posteriori, incapacità di saltare e “plantigradia”, ovvero una postura anomala evidente sui posteriori) (FOTO 1) o ad una chetoacidosi diabetica, ossia lo scompenso del diabete mellito caratterizzato da forte depressione, vomito e anoressia.
FOTO 1: Gatto diabetico che ha sviluppato una neuropatia che ha determinato plantigrafia
COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI
Il diabete si può diagnosticare evidenziando una condizione di iperglicemia persistente, presenza di glucosio nelle urine (glicosuria) e in presenza di segni clinici specifici precedentemente citati (soprattutto il bere e l’urinare in eccesso). Il Medico Veterinario può inoltre avvalersi della misurazione delle fruttosamine, ossia delle proteine glicate sieriche che aumentano in corso di diabete.
Poiché lo stress, un evento comune nei gatti in visita dal Medico Veterinario, o la somministrazione di alcuni farmaci (es. cortisonici) possono essere una causa di iperglicemia, è importante valutare la glicemia nel corretto contesto clinico, e non scambiare una iperglicemia da stress con un diabete mellito.
Il Medico Veterinario potrebbe richiedere ulteriori indagini di laboratorio (esame delle urine con relativo esame batteriologico, esame emocromocitometrico, esame biochimico, emogasanalisi e valutazioni degli ormoni tiroidei) ed esami strumentali (ecografia dell’addome) al fine di escludere altre malattie concomitanti che possono aver scatenato o aggravare la condizione del diabete mellito (es. infezione delle vie urinarie, ipertiroidismo, pancreatite).
LA TERAPIA
Lo scopo della terapia è quella di ridurre la glicemia a valori accettabili, eliminando i segni clinici e garantendo una buona qualità di vita.
In circa il 20-30% dei casi, gatti diabetici possono ottenere una remissione della malattia, attraverso la combinazione di una corretta terapia e di frequenti monitoraggi clinici e laboratoristici.
La terapia più efficace, e spesso necessaria per la malattia, è la somministrazione di insulina.
Solitamente all’inizio della terapia il veterinario, al fine di evitare episodi ipoglicemici, prescrive bassi dosaggi insulinici; con il tempo, solitamente tali dosaggi vengono incrementati fino ad individuare la dose adeguata allo specifico soggetto.
Esistono diversi prodotti insulinici in commercio e solitamente per il gatto si prediligono insuline a lunga durata d’azione.
Questo farmaco viene normalmente somministrato due volte al giorno, sotto cute, utilizzando una piccola siringa o delle apposite penne da iniezione (FOTO 2).
FOTO 2: Penna veterinaria per la somministrazione di insulina e una siringa per la somministrazione di insuline alla concentrazione di 40U/ml.
È tuttavia importante ricordare poche, semplici regole per ottenere un controllo adeguato della glicemia e della malattia, evitando errori grossolani nella somministrazione insulinica:
- L’insulina deve essere adeguatamente conservata in frigo e miscelata prima di ogni utilizzo;
- Le siringhe utilizzate per la terapia insulinica devono essere specifiche per l’insulina scelta: l’insulina glargine presenta solitamente con una concentrazione di 100 U/ml, come la maggior parte delle insuline ad uso umano, mentre altre insuline ad uso veterinario (es. insuline “lente”) presentano una concentrazione più bassa (40 U/ml) e necessitano pertanto di siringhe specifiche. L’utilizzo di una siringa errata può comportare un controllo inefficace della glicemia o mettere a rischio la vita del gatto causando una condizione di ipoglicemia. E’ fortemente sconsigliato somministrare l’insulina da 40U/ml con siringhe da 100 U/ml, anche nel caso in cui si decida di effettuare l’apposita proporzione. Questo calcolo è infatti spessissimo fonte di errori. Nel caso in cui si utilizzino insuline più concentrate (es glargine 300U/ml) la somministrazione va effettuata esclusivamente con l’apposita penna.
- La presenza di bolle d’aria nella siringa o una somministrazione inadeguata nel sottocute del gatto può determinare una minore efficacia della terapia, una condizione grave se tali errori vengano reiterati giornalmente.
La valutazione seriale della glicemia, attraverso cosiddette “curve glicemiche”, consiste nella valutazione della glicemia nell’arco di un’intera giornata, sia prima che dopo i pasti e della somministrazione della terapia insulinica.
Il metodo più efficace e meno invasivo prevede l’utilizzo di glucometri portatili specificatamente progettati per l’utilizzo in ambito veterinario.
Questi apparecchi possono valutare la glicemia del gatto attraverso una piccola goccia di sangue, prelevabile facilmente e senza dolore dal padiglione auricolare o dai polpastrelli.
I valori di glicemia in un gatto diabetico dovranno approssimativamente essere compresi tra 90 e 250 mg/dl.
FOTO 3 (in copertina): Sensore per il monitoraggio continuo del glucosio applicato sul collo del gatto. L’applicazione non è dolorosa e non richiede sedazione.
In questo modo si possono ottenere dei grafici nei quali il glucosio viene monitorato costantemente (figura 4)
IMMAGINE 4: Monitoraggio di 24 ore del glucosio ottenuto con sistema di monitoraggio continuo. I pallini e i numeri di glucosio corrispondenti (espressi in mg/dl) rappresentano il momento nel quale il proprietario scansiona il sensore attraverso l’uso dello smartphone.
Proprietari adeguatamente istruiti dal loro veterinario possono, con il tempo, imparare ad effettuare i controlli glicemici tramite un apposito glucometro anche da casa, diminuendo l’effetto stressante che la visita clinica o il ricovero giornaliero può avere sul gatto e sulla valutazione glicemica.
I valori di glicemia ottenuti da questi controlli e gli eventuali cambiamenti clinici dovranno essere appuntati e consegnati al Medico Veterinario curante; sulla base di questi parametri verrà deciso se modificare il dosaggio di insulina giornaliero.
Nel caso in cui non siano evidenti miglioramenti nelle condizioni cliniche o nei controlli glicemici, dopo alcuni mesi di trattamento, il Medico Veterinario potrà richiedere ulteriori accertamenti diagnostici, tramite esami di laboratorio o esami strumentali, per escludere alcune malattie concomitanti che possano causare un mancato controllo del diabete (es. acromegalia, ipertiroidismo, infezione delle vie urinarie, pancreatiti croniche, tumori).
REMISSIONE DELLA MALATTIA
Poiché nei gatti affetti da diabete mellito di tipo 2 adeguatamente trattati è possibile ottenere una remissione della malattia, è particolarmente importante effettuare scrupolosamente la terapia e rispettare i numerosi controlli indicati dal veterinario.
Nel caso di una remissione della malattia non opportunamente identificata o di un sovradosaggio della terapia insulinica è possibile che si sviluppi una condizione di ipoglicemia (glucosio < 40-50 mg/dl), potenzialmente rischiosa per la vita del gatto e che può rappresentre un’urgenza medica.
In questi casi potrebbero essere evidente una forte depressione, barcollamenti, tremori e nei casi più gravi sviluppo crisi convulsive. In tal caso è importante sospendere la somministrazione di insulina, somministrare del miele per via orale e contattare il Medico Veterinario.
PROGNOSI
La prognosi in un gatto affetto da diabete mellito di tipo 2 dipende da quanto precocemente è stata effettuata la diagnosi, dall’ottenimento di un buon controllo glicemico, dalla presenza di eventuali patologie concomitanti e dallo sviluppo di remissione della malattia.
Al fine di ottenere un buon controllo del diabete mellito ed evitare una recidiva della malattia dopo la sua remissione, è importante effettuare controlli clinici periodici e della glicemia, mantenendo uno stile di vita ed alimentare adeguato.
In collaborazione con il Dr. Francesco Lunetta
Le immagini pubblicate sono concesse dagli Autori
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