MONITORAGGIO DELLA SINDROME DI CUSHING: LA PROSPETTIVA DEL PROPRIETARIO

MONITORAGGIO DELLA SINDROME DI CUSHING: LA PROSPETTIVA DEL PROPRIETARIO


L'iperadrenocorticismo, noto comunemente come “sindrome di Cushing”, è una patologia endocrina che colpisce frequentemente il cane (più raramente il gatto). 

In sintesi quello che accade è che l’organismo inizia a produrre delle quantità eccessive di cortisolo, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali.

Le due principali forme sono quella ipofisaria (80-85% dei casi) e quella surrenalica 15-20% dei casi). 

Questa condizione causa solitamente a una serie di sintomi sgradevoli e mettere a dura prova la salute del cane o gatto colpito da tale condizione.

Una una diagnosi tempestiva, un trattamento adeguato e uno scrupoloso monitoraggio terapeutico permettono solitamente di controllare il quadro sintomatologico in modo efficace.

Le domande che frequentemente il proprietario di un animale con Sindrome di Cushing si pone sono: cosa succede dopo la diagnosi iniziale? In che modo io proprietario posso contribuire al monitoraggio della terapia?

È importante comprendere che la sindrome di Cushing prevede come unica terapia definitiva l’intervento di ipofisectomia (forma ipofisaria) o di surrenalecromia (forma surrenalica); tuttavia, la sintomatologia può quasi sempre essere controllata con successo anche attraverso una combinazione di terapie farmacologiche, monitoraggi da parte del veterinario e particolari attenzioni da parte del proprietario. 


Di seguito esploriamo il processo di monitoraggio della terapia della Sindrome di Cushing dal punto di vista del proprietario del cane.

 

  1. Comunicazione aperta con il veterinario

La prima e più importante tappa nel monitoraggio della terapia è mantenere una comunicazione aperta con il veterinario curante. Questo è essenziale per garantire che il trattamento sia adattato alle esigenze specifiche dell’animale.

Il veterinario definirà le dosi più appropriate dei farmaci e valuterà eventuali cambiamenti necessari in base alla risposta clinica ed alle analisi del sangue.

 

  1. Monitoraggio dei Sintomi

Il proprietario deve essere attento nel rilevare potenziali sintomi ascrivibili ad un controllo non ottimale della sindrome di Cushing. 

Questi possono includere: 

  • eccessiva sete, 
  • eccessiva produzione di urine, 
  • aumento dell'appetito, 
  • alterazioni del pelo e/o della cute, 
  • letargia e debolezza. 


Prendere nota dei cambiamenti di comportamento e dei sintomi è utile per capire se la terapia sia efficace o meno e se siano necessari eventuali cambiamenti di dosaggio. 

 

  1. Esami di Follow-up

Il veterinario programmerà regolari esami di follow-up per monitorare l'efficacia della terapia. Questi includono test ormonali, esami ematochimici ed esame delle urine.

A questi, in base alle esigenze del singolo caso, possono sommarsi indagini di diagnostica per immagini quali ecografie o tomografia computerizzata (TC).

I test ormonali di monitoraggio utilizzati sono: 

  • Test di stimolazione con ACTH: da eseguire a digiuno e a distanza di 2-3 ore dall’assunzione del farmaco

    oppure

  • Cortisolo basale pre-pill: da eseguire prima della somministrazione mattutina del farmaco


È essenziale rispettare scrupolosamente le scadenze delle visite di controllo per valutare il progresso e apportare eventuali modifiche alla terapia.

Dopo l’inizio della terapia e dopo ogni cambio di dosaggio del farmaco risulta opportuno eseguire un controllo dopo circa 4 settimane, mentre in animali ben controllati si consiglia un monitoraggio cadenzato ogni 3-4 mesi a seconda del singolo paziente.

  1. Riscontro di eventuali effetti avversi

Possibili effetti collaterali in corso di terapia possono essere determinati dall’insorgenza di:

  • inappetenza
  • vomito
  • diarrea
  • eccessivo abbattimento del sensorio


Tali sintomi potrebbero essere legati a una eccessiva azione del farmaco che comporta un calo eccessivo delle concentrazioni di cortisolo.

Qualora dovesse manifestarsi uno o più di questi sintomi è opportuno sospendere la terapia e contattare il veterinario per ulteriori indicazioni. 

Queste problematiche potrebbero essere causate da fattori non inerenti alla sindrome di Cushing (in questo caso è comunque indicata la sospensione del farmaco) o da un’eccessiva soppressione dei livelli di cortisolo in circolo.

Per questo motivo è sempre necessario consultare il veterinario per valutare se e in quale modo procedere con la terapia. 


Se il cane dovesse manifestare dei segni clinici neurologici: vagare senza meta per casa, fissare il vuoto, incunearsi negli angoli, è importante contattare il veterinario.

In alcuni casi, il tumore ipofisario può crescere e creare dei deficit neurologici. In tali casi è molto importante approfondire il quadro attraverso una tomografia computerizzata (TC) o una risonanza magnetica (RMN) dell’encefalo.

 

In conclusione, il monitoraggio terapeutico della sindrome di Cushing richiede un impegno costante da parte dei proprietari.

La malattia può essere gestita efficacemente, ma richiede attenzione, collaborazione con il veterinario e un occhio vigile sui sintomi.



Articolo redatto con la collaborazione del Dr.ssa Mariachiara Re

“DVM, Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine - Animali da compagnia, Endocrinologia non riproduttiva, medicina interna e terapia (Malattie Metaboliche).”

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