Leishmaniosi canina: come e quando proteggere i nostri cani

Leishmaniosi canina: come e quando proteggere i nostri cani


Leishmania infantum
è un parassita dei flebotomi (pappataci) all’interno dei quali avviene la riproduzione sessuata. I flebotomi sono ditteri ematofagi volanti prettamente stagionali.

In Italia si ritiene che siano attivi da fine aprile ad inizio dicembre nelle regioni più calde. Non sono in grado infatti di sopravvivere al freddo se non come uova e talvolta stadi larvali. Questo implica la necessità per il parassita di trovare un ospite ideale da infettare per sopravvivere durante la stagione invernale ed infettare le nuove generazioni di flebotomi che si schiudono in primavera.

Il cane che sostanzialmente agisce come “capsula del tempo” può, in seguito, andare incontro a malattia, anche grave, come conseguenza di una risposta alterate (eccessiva ed inefficace).

Oltre alle zone considerate classicamente endemiche (Italia centro meridionale, regioni litoranee ed Appenniniche) L. infantum è stata segnalata ripetutamente anche in aree ritenuti indenni in passato (Pianura Padana) e ad oggi si può affermare che tutta l’Italia è potenzialmente a rischio per questo parassita.

È importante quindi sapere come proteggere i nostri cani, sia che vivano in un’area a rischio, sia che la frequentino durante il periodo che va da dine aprile ad inizio dicembre

 

Come ogni tipo di Prevenzione possiamo considerare 3 tipi di Prevenzione:

  • Primaria che consiste nell’evitare il contagio con il patogeno (in questo caso i pappataci che lo tramettono (anche se c sono altre modalità di trasmissione come materno fetale, veneree e tramite trasfusioni di sangue)
  • Secondaria che consiste nel proteggere nel momento in cui avviene il contatto con il Patogeno
  • Terziaria che consiste nel proteggere la popolazione che vive nelle vicinanze del cane

Le specie di Flebotomi responsabili della trasmissione in Italia sono P. perniciosus (il più frequente) P. perfiliewi, P. neglectus e P. ariasi.

Si tratta di specie che sono attive solo di notte, dal crepuscolo all’alba con un picco di attività tre le ore 23 di sera e le 2 del mattino, ma che sono esofile ed esofagiche.

Non entrano quindi nelle nostre abitazioni e se vi entrano non effettuano il pasto di sangue!

Tenere il cane in casa nella stagione a rischio e durante il periodo di attività dei pappataci  è sicuramente il metodo di prevenzione primaria più sicure ed efficace.

Poiché spesso ciò non è possibile, specie nelle prime ora della sera la seconda misura che deve esser utilizzata si basa sull’uso di sostanze eccito-repellenti come i piretroidi sintetici che non impediscono ai pappataci di posarsi sul mantello dei nostri cani, ma che ne inibiscono la possibilità di pungere nella nella stragrande maggior parte dei casi.

Questi farmaci sono reperibili in diverse formulazioni (dai collari agli spot on) che presentano vantaggi e svantaggi in relazione alla taglia e abitudine del cane.

È importante quindi che siano indicati per ogni singolo soggetto dal medico veterinario.

Altre sostanze sono utilizzate come repellenti propriamente detti (impediscono cioè di avvicinarsi al cane) ma per le caratteristiche di pelo e mantello nel cane hanno una azione molto breve come l’azadiractina (Olio essenziale di Neem 2-5% in olio di cocco o mandorle) o nulla (Citronella). Possono quindi affiancare i piretroidi sintetici ma non certo sostituirli.


La prevenzione secondaria non sostituisce quella primaria e consiste nell’utilizzazione di un vaccino contente una proteina ricombinante che non è in grado di prevenire l’infezione ma riduce sensibilmente la possibilità che un cane una volta infettato sviluppi una forma clinica della malattia.

La prevenzione primaria è importante anche nei i cani che si sa siano già stati infettati perché è dimostrato che punture ripetute di flebotomi infetti destabilizzano il sistema immunitario ed aumentano la probabilità che il cane nel tempo sviluppi quadri clinici.

Il vaccino invece deve essere somministrato solo a cani che siano risultati negativi ai test di screening.


Per i cani infetti (che attirano più facilmente i pappataci) è importante anche mettere in atto una forma di prevenzione terziaria per proteggere i cani conviventi assieme al nucleo famigliare.

La classe di farmaci più utile in questo senso sono le isoxazoline, una classe di antiparassitari ad azione sistemica che uccidono rapidamente tutti gli ecto-parassiti ematofagi (pulci, zecche, flebotomi) impedendo quindi ai flebotomi che abbiano superato la barriera della prevenzione primaria di infettarsi e contagiare soggetti vicini qualora abbiano punto il cane.

Anche in questo caso il Medico veterinario è la persona più indicata per scegliere, in base alle diverse caratteristiche di ogni soggetto, la molecola e le modalità di somministrazione più adatte.


“DVM, Specialista in Clinica dei Piccoli Animali, Diplomato EVPC, EBVS® - European Veterinary Specialist in Parasitology”.
Image
Image

Lascia i tuoi commenti

Posta commento come visitatore

0
I tuoi commenti sono soggetti alla moderazione dell'amministratore.
  • Nessun commento trovato